Tecnica della viscosità e prova su stampa 3D
- Marco Poma
- 16 feb 2024
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 2 mar
Questo topic tratta una prova di stampa inchiostrata con la tecnica della viscosità su una matrice creata per mezzo di una stampante 3D. L'esperimento è stato effettuato presso la Fondazione il Bisonte e l'opera realizzata, così come la matrice, sono dello studente del corso di specializzazione Michele Bernardini.

TECNICA DELLA VISCOSITÀ
- Matrice incisa a diverse profondità
- Rulli da inchiostrazione di diversa durezza
- Inchiostri di colori diversi a base oleosa
- Magnesio
- Olio di lino

La tecnica della viscosità è stata brevettata nella prima metà del XX secolo nell'atelier 17 dall'artista Stanley William Hayter in collaborazione con i suoi colleghi.
Essa si basa sul principio della viscosità per la quale due liquidi con diverso attrito molecolare tendono a non mescolarsi. Questa tecnica dunque permette di inchiostrare una singola matrice con più colori utilizzando un rullo per ogni colore scelto con diversa viscosità.
Si inchiostra esclusivamente a rullo e fondamentalmente ha due applicazioni diverse:
Monotipo: si rulla uno strato di colore su una matrice mascherando o ripulendo le parti dedicate al colore successivo; si procede in questa maniera per ogni colore desiderato.
Rilievo ed incavo: utilizzando rulli di diversa durezza si può raggiungere sulla matrice un livello di profondità diverso per ogni rullo utilizzato. Per questo lavoro è necessario utilizzare una matrice incisa a diverse profondità in modo da permettere ad ogni colore di avere la sua area di presa.

Sul secondo metodo voglio approfondire la spiegazione in quanto può risultare complicata da intendere se non si ha la possibilità di fare pratica.
Si usano solitamente tre rulli: uno duro, uno medio e uno morbido. Ogni colore viene associato ad un rullo, il colore più viscoso corrisponde al rullo più morbido mentre quello più liquido al rullo più duro, il medio va con il medio.
Si usano inchiostri calcografici o litografici, l'importante è che siano a base oleosa.
Per aumentarne la viscosità si addiziona del magnesio al colore, per diminuirla si usa dell'olio di lino.


Non c'è una regola sul numero di rulli o di colori utilizzati, ne bastano due per ottenere l'effetto. Volendo un colore supplementare può essere applicato alla maniera calcografica, ovvero inchiostrato manualmente e pulito con tarlatana e velina; in questo caso questo colore deve essere il primo ad essere applicato.
Importante è il diametro del rullo, deve essere sufficientemente ampio da coprire in una sola passata il lato più corto della matrice per evitare un secondo passaggio che mescolerebbe i colori sia sul rullo che sulla matrice.
Si comincia sempre dal rullo più duro, questo perché le parti della lastra più profonde devono rimanere pulite e inchiostrabili solo dai rulli più morbidi.



ESPERIMENTO
Trovo che questa prova di stampa sia interessante in quanto si tenta di applicare la viscosità su una matrice realizzata con la stampante 3D. Questa, infatti, permette di calibrare con assoluta precisione le diverse profondità della matrice e dunque si presta in modo ideale alla viscosità.

Per la prova sono stati realizzati tre colori graduati dal più scuro al più chiaro in tonalità blu/acqua marina.
Qui elencato l'ordine di applicazione con rulli di diversa durezza:
Rullo duro - Colore con bassa viscosità
Rullo medio - Colore con media viscosità
Rullo morbido - Colore con alta viscosità



Trattandosi di un primo esperimento il risultato seppur soddisfacente presenta la quasi mancanza del terzo colore in quanto l'ultima rullata non ha raggiunto appieno la profondità della matrice poiché irraggiungibile dal rullo. La stampa finale, tuttavia, si presenta ben riuscita in quanto si possono distinguere chiaramente due colori diversi.


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