Il bulino
- Marco Poma
- 26 gen 2024
- Tempo di lettura: 7 min
Aggiornamento: 9 mar
Le immagini mostrate e le nozioni apprese sono merito dal seminario sul bulino tenuti dal docente Riccardo Bucella, attuale docente esterno della Fondazione Il Bisonte.

DESCRIZIONE
Il bulino è una lama d'acciaio temperato a sezione quadrangolare con un'estremità ristretta per l'inserimento del manico in legno e con l'altra tagliata di sbieco ad inclinazione variabile, solitamente intorno ai 45°. Alcuni bulini hanno la lama curvata verso il manico per facilitarne l'utilizzo.
Il manico del bulino è in legno ed in genere possiede una forma a mezzo funghetto, la sua particolare forma permette un comodo incastro nel palmo.
Un bulino si distingue dalla forma della sua sezione: può essere quadrata, losanga (rombo), ogivale, rigatino (multilinea), piatta, ongella.

La dimensione della lama viene indicata con un numero inciso sulla stessa, partendo dall'1 per la più piccola a salire.
Si suggerisce una misura media per cominciare; una lama di misura piccola ha più rischio di piegarsi sotto la pressione della mano.
Questo strumento dà il nome alla tecnica ed è considerato il capostipite della calcografia per eccellenza, in quanto in origine veniva utilizzato dagli orafi per incidere utensili attraverso la tecnica del niello, un'amalgama di zolfo, argento e piombo usato per annerire i segni incisi. La sua pratica artistica è rimasta in secondo piano rispetto al suo utilizzo come mezzo di riproduzione tecnica; almeno, fino all'avvento della fotografia, che l'ha sostituito in questo scopo. La pulizia ed eleganza del segno a bulino, combinata con la maestria dell'artigiano e artista, era tale da raggiungere la piena traduzione grafica delle più famose opere scultoree e pittoriche, facendo di questa tecnica il principale mezzo di divulgazione culturale del suo periodo storico.
La sua peculiarità è il segno che genera, pulito e preciso, si manovra con metodo costante e calibrato creando un tipo di segno poco gestuale e molto tecnico.
Padroneggiare tale strumento richiede molta pratica, le indicazioni fornite in questo blog saranno utili per cominciare, la pazienza e la perseveranza dovranno poi fare il resto.
PREPARAZIONE MATRICE
- Matrice di rame

- Carta abrasiva grana 800/1000
- 4 x vite
- Tavoletta di legno (più grande della matrice che si utilizza)
Per iniziare con il bulino il supporto migliore è una matrice di rame, indicata per la sua duttilità.
Si suggerisce una leggera passata di carta abrasiva grana 800/1000 sulla lastra, questo per pulire la superfice da ossidazioni ma soprattutto per opacizzarla evitando riflessi disturbanti per l'occhio una volta cominciato l'intaglio.

Un metodo efficiente per manovrare con facilità la matrice è quella di fissarla con delle viti su una tavoletta di legno, essa conferisce un'ottima presa per tenere ferma la lastra e permettere di rotearla.
Se si utilizzano le viti per il fissaggio è preferibile bisellare la matrice a lavoro compiuto in modo da cancellare i segni lasciati sui bordi di avvitamento.
MONTARE UN BULINO
- Morsa da tavolo
- Nastro adesivo di carta
- Fiamma ossidrica
- Pinze
- Mola levigatrice ad acqua
- Colla generica
- Martello

Non sempre i bulini si trovano già assemblati nei negozi, alcuni vengono venduti con lama e manico separati. Per chi volesse cimentarsi, in questa sezione vengono illustrati i passaggi necessari per l'assemblaggio del bulino.
La lama venduta è solitamente più lunga del necessario, se la si vuole accorciare basta fissarla ad una morsa da tavolo lasciando fuori l'estremità da tagliare (la parte da inserire nel manico). Utilizzare il nastro adesivo di carta per avvolgere la parte della lama inserita nella morsa per evitare i segni dati dalla sua stretta. Una volta ben fermo, con un martello colpire prima da un lato e poi da un altro fino a spezzare la fibra della lama e ottenere il taglio.
Una volta raggiunta la lunghezza desiderata si procede a curvare la lama, un'inclinazione ottimale è a 30° dalla parte del manico; si migliora in questo modo la maneggevolezza del bulino nel momento dell'intaglio.

Per la curvatura fissiamo la lama con la morsa posizionandola nel verso del manico per la lavorazione, la curva viene realizzata circa a 2 cm dall'estremità. Utilizziamo una fiamma ossidrica portatile per scaldare la lama, quando il colore diventa rosso vivo interrompiamo e con delle pinze la pieghiamo fino a raggiungere l'inclinazione desiderata. La piegatura deve essere in direzione opposta al becco del bulino (punta).
Per inserire la lama nel manico è utile levigare l'estremità con la mola levigatrice per ottenere una punta più facilmente inseribile nel manico. Il manico se viene venduto non sezionato si può levigare sempre utilizzando la mola.
La lama una volta pronta la si inserisce nuovamente nella morsa e si spinge il manico contro la lama, aiutandosi con un martello e applicando della colla nella fessura del manico per aiutare il fissaggio una volta asciugata.

AFFILARE UN BULINO
- Pietra per levigare (Arkansas, India o simili) con due grane differenti, una grossa una fine
- Olio
- Carta abrasiva 800/1000
- Crocker (Indicato)
- Mola ad acqua levigatrice (opzionale)
Il bulino è una tecnica che dipende molto dallo strumento utilizzato, se non è in buone condizioni non si può ottenere la padronanza del segno e senza di essa il lavoro risulta frustrante ed impossibile.
È bene dunque garantire l'affilatura costante della lama; questa può essere facilmente verificata poggiando la punta sull'unghia, se rimane bloccata è affilata, se scivola via no; in alternativa si fanno delle prove su una matrice di scarto.
Per affilare un bulino ci sono metodi diversi:

Manualmente - Si poggia la sezione della lama sulla pietra per levigare, prima di grana grossa e poi di grana fine; si usa l'olio per facilitare lo sfregamento. Il movimento deve essere rotatorio ed è fondamentale mantenere il grado di inclinazione una volta scelto. Si dà in seguito una leggera affilatura anche sulle due guance (sezioni laterali della lama) per rimuovere eventuali barbe ed infine si ultima la levigatura con carta abrasiva di grana molto fine.

Crocker - Questo strumento è progettato specificamente per l'affilatura del bulino. Esso è regolabile per inclinazione, rotazione e fuoriuscita della lama. Ha un piano di appoggio liscio che permette di far scorrere il bulino sulla pietra facilmente. Risulta molto indicato in quanto una volta impostato il grado di inclinazione della sezione si manterrà costante fino alla fine del suo utilizzo.

Mola ad acqua levigatrice - Il metodo più veloce per levigare il bulino. Si può combinare con il crocker poggiandolo sul lato piano della pietra rotante e facendo poggiare la sezione del bulino su di essa. Si devono in seguito rimuovere le barbe formatesi sulle guance dello strumento con della carta abrasiva.
Una volta affilato il bulino si consiglia di provarlo prima su una matrice di scarto per testarne la funzionalità.
METODO DI UTILIZZO
- Cuscino di cuoio imbottito di sabbia/una moneta
- Raschietto-brunitoio
- Pennellessa
- Carta abrasiva
- Concentrazione
- Lampada da tavolo
- Lente da tavolo (opzionale)
- Inchiostro calcografico nero

IMPUGNATURA
Il bulino viene impugnato con la mano di preferenza poggiando il pollice e l'indice sulla lama per tenerlo stabile, il medio, l'anulare e il mignolo poggiano sull'insenatura del manico spingendolo contro il palmo; questa mano avrà anche la funzione di regolare l'inclinazione della lama. La spalla e la mano esercitano la pressione necessaria per spingere il bulino contro la matrice, l'altra mano ha la funzione di contrastare la forza esercitata per tenere ferma la matrice e di ruotarla quando richiesto per le linee curve. Per curvare facilmente la matrice si può utilizzare un cuscino di cuoio imbottito di sabbia o più facilmente una moneta incollata sotto la matrice. La mano che muove la matrice o il suo supporto non deve mai essere in linea diretta con il bulino, al massimo si può sollevare il palmo mantenendo le dita poggiate, questo per evitare che la lama ferisca la mano nel caso sfugga dal percorso sulla matrice.

INCISIONE
Si comincia puntando il becco contro la matrice, una volta "incastrato" si abbassa l'inclinazione quasi a filo della lastra per permettere lo scorrimento della lama. Trovare l'inclinazione ideale richiede pratica, se troppo elevata il bulino si blocca, se troppo bassa il bulino scivolerà fuori dal percorso.
Il bulino funziona come aratro producendo un segno netto sulla superfice, la parte finale del segno ha la tipica chiusura assottigliata data dalla fuoriuscita del becco dal "binario" a sezione triangolare del segno. Ogni segno inciso genera un ricciolo di metallo, che andrà rimosso con un raschietto-brunitoio, una pennellessa o della carta abrasiva in quanto sono molto affilati e penetrano facilmente nella pelle come fossero spine.
Inizialmente è consigliato "scaldare la mano" su una lastra di prova per trovare la giusta armonia, la concentrazione è fondamentale poiché una linea incisa per sbaglio può irrimediabilmente rovinare la composizione; si può provare a correggere il segno cancellandolo con il raschietto ma bisogna ricordarsi che l'incisione è identica alla scultura di sottrazione, non si torna mai indietro.
Una buona illuminazione è fondamentale per osservare i segni che vengono incisi, la luce deve essere frontale senza nessuna ombra tra il bulino e la matrice, un consiglio utile è quello di usare una lampada da tavolo opacizzata con della carta velina bianca per creare una luce diffusa.
Una lente da tavolo aiuta molto la visibilità dei segni, il bulino è una tecnica che va affrontata da vicino per cui la lente può aiutarvi a non stare troppo curvi sulla matrice.
Infine per osservare il risultato in corso d'opera si può velocemente sporcare la lastra con un po' di inchiostro calcografico nero per evidenziare i segni; un trucco proveniente dal niello.
POSTURA
L'incisione a bulino è una tecnica lenta, meditativa e di costante concentrazione, i lunghi tempi di lavoro richiedono una postura adeguata che non vada a danneggiare il corpo.
La posizione ideale è avere la matrice ad altezza spalle in maniera da incurvare il meno possibile la schiena.
Aiutarsi con dei rialzi sul tavolo per trovare la migliore posizione e ricordarsi in ogni caso di fare delle pause, il bulino come già affermato non ha fretta di incidere ma ha necessità di farlo bene.
STAMPA
Una volta concluso l'intaglio della matrice si procede alla stampa, prima d'inchiostrare è opportuno passare della carta abrasiva a grana fine per eliminare eventuali barbe di rame.
L'inchiostro deve essere poco viscoso, si può addensarlo utilizzando del magnesio.
Si procede inchiostrando con una spatola di gomma, si toglie l'eccesso con della tarlatana e si finalizza la pulizia con della carta velina. Pulire i bordi con un panno pulito prima di stampare.




Artisti contemporanei del bulino:
- Jürgen Czaschka (Legno di testa, rame)
- Riccardo Bucella (Rame)
- Gianluca Murasecchi (Rame)
- Guido Navaretti (Plexiglass)
- Lanfranco Quadrio (Rame)
- Gianfranco Schialvino (Legno di testa)
- Reinis Gailitis (Rame)
- Takuji kubo (Rame)
- Takehiro Nikai (Legno di testa)
- Hatayama Ayataro (Rame)
- Koichi Yamamoto (Rame)
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